IL BORGHESE GENTILUOMO

di Molière | regia Giacomo Colli


"Diavolo! Parlavo in prosa da più di quarant'anni, e non lo sapevo!"

IL BORGHESE GENTILUOMO

di Molière
traduzione Nadia Buizza
regia Giacomo Colli
ripresa da Adolfo Micheletti

con Adolfo Micheletti Monsieur Jourdain
e con (in o. a.)
Calogero Arrigo Maestro di Filosofia / Coviello
Chiara Calvi Madame Jourdain
Luciano Micheletti Maestro di Scherma / Gran Muftì
Marco Micheletti Un cuoco / Un turco
Luca Micheletti Maestro di Ballo / Un turco
Stefano Micheletti Maestro di Ballo / Cleonte
Angelo Mauro Villa / Alessandro Balducci Maestro di Canto / Conte Dorante
Luciana Zampieri / Simona Biasetti Nicole

scene e costumi Giacomo Andrico
scenografo collaboratore Rossella Zucchi
realizzazione scene Pier Emilio Gabusi
realizzazione costumi Studio Emanuela Marini
foto di scena Elia Riva

produzione Compagnia teatrale I GUITTI

Il signor Jourdain, bravo borghese che potrebbe godersi tranquillamente le ricchezze accumulate col suo lavoro, si è invece testardamente messo in capo di frequentare gente del gran mondo e di seguire maniere e abitudini della nobiltà: per questo, già avanti negli anni, prende lezioni di ballo, e di musica; un maestro gli insegna la scherma e un altro gli propina ridicoli rudimenti di grammatica e filosofia. Così, Jourdain rifiuta tutto quello che faceva parte della sua vita fino a quel momento, compresa la moglie che col suo gagliardo buon senso di piccola borghese tenta invano di ricondurlo alla ragione; egli seguita invece nella sua ridicola follia e rifiuta di dare la figlia in sposa a un giovane che l’ama, solo perché non è nobile; quando la consorte e i servi gli giocheranno una beffa solenne per indurlo a credere che il figlio del Gran Turco vuole diventare suo genero, ci crederà ciecamente, tutto teso a raggiungere l’agognato posto nella buona società. Il borghese gentiluomo fu rappresentato per la prima volta a Chambord, per il divertimento del Re, nel 1670. Molière stesso interpretava il personaggio di Jourdain. Luigi XIV dichiarò: «In verità, Molière, non avete fatto nulla che mi abbia più divertito». Ed è infatti questa una straordinaria commedia in cui la risata fluisce piena e potente e la fantasia si libera in modo travolgente. La ricerca della comicità da parte dell’autore si innesta – come accade in molte altre sue opere – su una monomania (questa volta quella per l'ascesa sociale), che imprigiona il personaggio di Jourdain in una trappola burlesca.


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