da Shakespeare, Browning, Auden
un progetto di Luca Micheletti
"Annegare il ricordo, lavarlo di mille maree, per far sì che tutto torni com’era,
pulito di ogni peccato fra l’oggi e l’allora..."
Robert Browning
BELFORT THEATRE CAMPUS: il progetto
Frutto di un percorso di studio e valorizzazione artistica del territorio di Piuro, Valchiavenna, Bregaglia e zone limitrofe, lungo nove anni, che ha visto il consolidamento della proficua collaborazione della Compagnia teatrale I Guitti con l’Associazione Italo-Svizzera per gli Scavi di Piuro, dopo il coinvolgimento di decine di artisti, sette copioni originali (oggi raccolti in un libro, Scenari di Belfort, Sedizioni 2017) e altrettante messe in scena, nell’occasione del cinquecentesimo anniversario della Riforma luterana, grazie al sostegno degli enti locali e la collaborazione con il Festival Florio Vive di Soglio (Svizzera), l’estate 2017 vedrà l’inaugurazione del Belfort Theatre Campus: un seminario residenziale che offrirà a giovani professionisti la possibilità di condividere un percorso di ricerca e perfezionamento in cui la didattica e la condivisione teatrale si coniughino alla riscoperta del sito archeologico di Belfort come sede di creazione artistica.
LA TEMPESTA NELLO SPECCHIO: la performance
LA TEMPESTA nello specchio è l’esito scenico della prima edizione del Belfort Theatre Campus, un percorso di ricerca teatrale che ha visto il coinvolgimento di un gruppo di giovani professionisti riuniti per una residenza creativa bisettimanale svoltasi nell’area archeologica di Belfort. Al centro di questa ricerca, uno dei copioni più amati della storia occidentale: La tempesta di Shakespeare. La ragione di questa scelta è da far risalire allo stretto legame di questo testo con lo scenario in cui per la prima volta si troverà ad essere rappresentato e, in particolare, con Michelangelo e John Florio, alla vita e all’opera dei quali lo spettacolo è idealmente ispirato.
Qualcuno ha persino detto che Shakespeare e John Florio fossero in realtà la stessa persona. Senza entrare nella quêrelle e per restare ai dati certi e non congetturali, si sa che Shakespeare molto deve alle opere del poligrafo anglo-italiano e che proprio ne La tempesta ne cita pressoché letteralmente ampi stralci. Ma non è tutto: l'ultimo dramma di Shakespeare è anche una grande fantasmagoria che ha per tema l'esilio di un uomo sapiente, Prospero, che educa in solitudine in un luogo deserto e remoto la sua figlioletta, Miranda, vittima come lui di una rappresaglia che li allontanò dalla patria. Ebbene, la stessa storia visse Michelangelo, il padre di John, che, in fuga dall'Inghilterra per cause politiche e religiose, in esilio sulle Alpi, a Soglio, educò in solitudine il figlio fino a renderlo uno degli intellettuali più prolifici e in vista d'Europa e un trait d'union fondamentale tra la cultura e la lingua inglese e italiana del tardo Rinascimento.
Si è scelto di esplorare La tempesta come "nello specchio", per rintracciare fra le preziose parole del Bardo i destini incrociati dei reali protagonisti d'un naufragio mai così lontano dal mare; per riuscirci, alle parole di Shakespeare si intrecciano scene originali modellate sulle opere di Browning e Auden, fra i molti che hanno amato e reinventato forme e personaggi della Tempesta.
Il testo si presenta come un percorso nella coscienza di un gruppo di uomini che, dopo un naufragio forse mai realmente avvenuto, si trovano a riflettere sul senso del proprio destino. L’occasione fa l’uomo crudele e, lontani dalla civiltà, sovrani e buffoni si somigliano: ritrovato lo “stato di natura”, gli uomini si tramutano indifferentemente in feroci assassini, frenati nella loro furia solo dalle magie di Prospero – mago e regista insieme – che, con i suoi aiuti, muove i fili di attori-burattini fino a perdere fiducia nel mondo e nel teatro, proprio un attimo prima che tutto si compia. Ma questo dramma dell’abbandono è anche una sontuosa fantasia sul potere e le sue rappresentazioni, incantate e disincantate, un labirinto in cui perdersi e ritrovarsi, specchiati negli altri e, forse per questo, un po’ più consapevoli di sé.
Per amplificare ancor di più l’effetto-specchio, agli attori è stato chiesto di lavorare su due personaggi diversi e dunque la performance potrà essere messa in scena da due distinti cast. Inoltre, sempre perché meglio si riflettano l’una nell’altra la realtà e la fantasia, lo spettacolo sarà diviso in due momenti, il primo dei quali parzialmente itinerante lungo gli argini del fiume Mera; il secondo, agìto invece fra i ruderi dell’antico borgo. Che i luoghi possano parlare e raccontare la loro storia attraverso la voce di uno dei più grandi poeti di sempre è una delle più interessanti occasioni di questo gioco teatrale.